Domandone da un milione di dollari. Lo so, ragazzi. Ma vi assicuro che la risposta esiste e, se leggete fino in fondo, capirete anche di cosa parlo.
Il più delle volte chi si appresta a preparare l’esame di latino (che frequenti lettere classiche, lettere moderne, archeologia, ecc. ecc.) si trova nella medesima condizione: non studia il latino da molto tempo.
Anche chi abbia frequentato il liceo, infatti, si trova a dover affrontare questo esame all’interno del proprio percorso di studi dopo almeno un anno dall’ultima volta che abbia tradotto una versione al liceo. Ma questo solo nei casi più fortunati.
Lo studente medio non traduce il latino da anni, probabilmente dal suo terzo anno di liceo e forse l’ultima volta che l’ha fatto non aveva nemmeno una conoscenza così solida del latino che aveva studiato.
Ma questo discorso non vale solo per chi al liceo prendeva a stento la sufficienza in latino.
Come dicevano gli antichi “repetita iuvant”, e anche coloro che erano i primi della classe al liceo si troveranno in difficoltà quando dovranno prendere in mano l’esame di latino all’università.
“Ma come! Io alle superiori prendevo tutti otto e nove alle versioni… possibile che non ricordi più nulla??”
Sì, è possibile. Niente panico.
“Sicuramente sarà perché al liceo traducevamo solo cose semplici e qui all’università invece la Professoressa (quella santa donna!) ha scelto i passi più difficili della letteratura latina!”
No. Posso rassicurarti sul fatto che spesso capita che, anzi, i professori scelgano i passi più belli e famosi degli autori.
Quindi, anzitutto tiriamo un bel respiro ed usciamo da queste false credenze che ci fanno perdere solo tempo.
Il processo per cui anche i più talentuosi hanno difficoltà la prima volta che iniziano a preparare l’esame di latino è lo stesso processo per cui se facevi una qualsiasi attività o sport da bambino, che poi non hai più allenato, la perdi con il tempo.
Mi spiego meglio.
Hai presente quando due-tre anni fa riuscivi a fare la spaccata a danza? Perché ora non ci riesci più e fai anzi una fatica enorme a fare solo la metà delle cose che facevi prima?
Non ti sei più allenata ed i muscoli si sono irrigiditi.
Con le tue conoscenze liceali sul latino è accaduta la stessa cosa. Uguale.
Le tue gambe non riescono più a fare la spaccata e il tuo cervello non riesce più a tradurre una perifrastica passiva. Niente. Anche se due anni fa la traducevi perfettamente.
Ma attenzione, in questo quadro grigio c’è un’ottima notizia: il problema vero e la causa di tutto questo NON è quello che pensi tu!
Moltissimi infatti credono che il problema reale siano le loro personali lacune e sia il fatto che non abbiano mai fatto bene il latino al liceo. Sbagliato!
Vi ho appena dimostrato infatti che qualsiasi conoscenza, anche eccelsa, della materia, se non allenata e rispolverata costantemente, si riduce fino a zero.
Il vero problema quindi non è il bagaglio di conoscenze e reminiscenze da cui si parte, ma l’allenamento.
Il “repetita iuvant” che dicevamo prima.
Detto in parole povere: anche se non avete mai fatto latino, o non l’avete mai fatto bene, potete superare l’esame di latino all’università. Attraverso l’allenamento giusto e puntando sui “muscoli” giusti.
Forse non ci avete mai fatto caso…ma il latino, come l’inglese e l’italiano, è una lingua. Già il fatto che non la parliamo è uno svantaggio e questo lo riconosco a tutti i miei poveri studenti.
Ma fatto sta che bisogna trattarla come una lingua a tutti gli effetti. Ecco perché se non sei più abituato a tradurla da anni, la dimentichi.
Ma veniamo a noi e alla nostra prima domanda: cosa fare per preparare (e superare) un esame universitario sul quale non sappiamo proprio dove mettere le mani o comunque non ce lo ricordiamo più?
La chiave, ragazzi, risiede anzitutto nel non cercare scorciatoie. E questo lo dico perché so che siamo abituati a “venditori” che ci braccano on-line o anche fisicamente fuori alle sedi universitarie e ci promettono ESAMI SUPERATI IN 48 ORE, STUDIANDO MEZZ’ORA, PER SOLI DIECI EURO + SET DI PADELLE ANTIADERENTI IN OMAGGIO!
Come mi disse la mia insegnante di latino (quella santa donna!) il mio primo giorno di ginnasio: “Il segreto per andare bene a scuola è studiare… ma nessuno lo conosce!”
Oggi , dopo tempo perso e tante sudate, capisco che aveva ragione.
Per imparare qualsiasi cosa, bisogna studiare. Senza scorciatoie.
Pensa per un attimo che cosa succederebbe al tuo corpo se tentassi di fare quella famosa spaccata, che un tempo riuscivi a fare, gettandoti con tutto il peso sulle gambe per riuscirci tutto in una volta.
No, sul serio, staccati un attimo dal computer e prova a fare la spaccata fino a toccare il pavimento.
Fa male?
Ma soprattutto, ci riesci? E ci riesci bene? E se domani avessi un esame di danza riusciresti a rifarla?
Ora spero che non mi abbiate presa alla lettera, cimentandovi in questa impresa fisica.
Come spero che non pretendiate dal vostro cervello di riattivare la sezione “latino” tutta di botto.
Il consiglio che do sempre ai miei studenti che vengono a lezione le prime volte è quello di non avvilirsi, non cercare scorciatoie e “rassegnarsi” all’idea che se studieranno seriamente e con il metodo giusto impiegheranno in ogni caso la metà del tempo che avrebbero impiegato a studiare senza un metodo, senza una guida e andando all’esame affidandosi alla fortuna (o traducendo solo i primi dieci righi delle versioni, come purtroppo spesso accade… ma di questo parleremo poi).
Qual è il metodo giusto?
Che domande…ovviamente ognuno vi risponderà che è il proprio.
E anch’io vi rispondo che è il mio!
Ma attenzione, per fortuna anche i miei allievi vi risponderanno la stessa cosa, e lo faranno potendovi mostrare anche gli esami superati, il più delle volte con risultati superiori alle loro aspettative iniziali.
E credo che le loro testimonianze valgano più di quello che potrei dirvi io.
E vi dico un’altra cosa. Forse ancora più preziosa.
Oltre a sapere cosa fare per approcciare alla preparazione dell’esame ed individuare il metodo giusto e più efficace, ancora più importante è sapere cosa NON fare quando si prepara per la prima volta un esame di latino all’università.
Di questo vi parlerò più diffusamente nel prossimo articolo, altrimenti questo qui diventa un poema epico.
Per ora mi limito ad accennarvi che è fondamentale, per non sbagliare metodo e perdere tempo prezioso, capire la differenza che passa tra studiare il latino al liceo e studiare invece il latino per un esame universitario.
“Beh, certo, all’università bisogna studiare di più!”
Sbagliato.
Cancella.
Esci da questo corpo.
Non si tratta di studiare di più o di meno, ma sul capire COSA studiare, SU COSA concentrarsi di più o di meno, e COME tradurre i passi da portare all’esame.
Non dovrai studiare infatti allo stesso modo del liceo. Non devi concentrarti sulle cose che ti venivano richieste, perché qui te ne sono richieste altre. E soprattutto non devi tradurre come facevi al liceo.
Superare un esame universitario richiede strategie leggermente diverse. A volte molto diverse.
Comprendere questa differenza è il primo passo verso la “guarigione” eheh.
Se anche tu vuoi uscire dall’ansia di non-sapere-dove-mettere-le-mani e vuoi iniziare subito con il piede giusto a preparare il tuo esame di latino, senza più perdere tempo e senza più rimandarlo (tanto lo devi fare prima o poi, tranquillo eheh),
allora per te c’è un’ottima notizia: sei nel posto giusto!
Scrivimi subito e superiamo questo scoglio insieme una volta per tutte!
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